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La sede storica

Palazzo Giovene di Girasole sorge lungo Via Cisterna dell'Olio, a monte del prolungamento dell'asse viario corrispondente all'antico decumano inferiore, oggi noto col nome di Spaccanapoli, nella zona che nel periodo vicereale, con la nuova murazione realizzata da Don Pedro de Toledo, fu inglobata nel perimetro della città.
Degli antichi edifici, a pianta quadrangolare - disposti su di un impianto a scacchiera - dalla fusione dei quali nel Settecento si formerà Palazzo Giovene di Girasole, non si conosce l'anno di costruzione. Il loro impianto è però già ben visibile nella Pianta della città realizzata nel 1566 dai cartografi e incisori  francesi Etienne Dupérac e Antony Lafrery, operanti a Roma.
Nella Tavola del Baratta del 1670 i fabbricati a scacchiera, in cui ricade l'edificio, sono chiaramente identificabili fra Porta Reale, posta al termine di via Toledo (nei pressi dell'attuale piazza Sette Settembre), piazza del Gesù, la via Cisterna dell'Olio ed il Largo del Mercatello (attuale piazza Dante).
Nel 1734, con l'arrivo a Napoli di Carlo III di Borbone, la città ritorna, dopo circa due secoli, capitale di un regno indipendente. Il nuovo sovrano avvio a grandi imprese urbanistiche e soprattutto ama circondarsi di una corte di nobili e dignitari. In questo periodo molte famiglie feudatarie, provenienti da tutte le parti del regno, costruiscono, o ristrutturano, edifici nel centro della città. É questo il caso del duca Vespasiano Giovene di Girasole che godeva nella capitale di un notevole prestigio e che da Balvano in Basilicata si trasferisce a Napoli e, nel 1753, ottiene in enfiteusi l'edificio di Via Cisterna dell'Olio dal Monte della Madonna dei Poveri Vergognosi.
Prima del passaggio ai Duchi di Girasole nel palazzo vi era un solo appartamento nobile con servizi. Durante il loro possesso, che si protrasse fino al 1817, i Duchi di Girasole procedono ad una prima ristrutturazione dell'edificio aggiungendo vari corpi di fabbrica ove prima vi era un giardino, per realizzare una cosiddetta 'casa palazziata'. Essi realizzano un secondo appartamento, accanto al preesistente e, al di sopra di questo, un altro piano con più abitazioni, nonché una magnifica scala aperta in piperno tra i due cortili, forse alla maniera del Vaccaro o del Sanfelice - tipica degli edifici napoletani del '700.
Infine, nel 1834, dal Monte della Madonna dei Poveri Vergognosi, il palazzo passa in possesso della Casa Santa degli Incurabili.
Negli anni dal 1925 al 1929, l'Ente Autonomo Volturno acquista le diverse unità immobiliari in cui era stato scomposto l'edificio per adibirlo a sede propria. I lavori di ristrutturazione sono affidati all'ingegnere tedesco Rodolfo Stoelcker che già dal 1926 inizia l'opera di grande e radicale ristrutturazione, consolidamento e ridistribuzione dell'edificio per trasformarlo da residenza a moderna sede di uffici di rappresentanza, uffici commerciali e officine aziendali (nel piano cantinato).
 

 

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