Costituito da carte amministrative, corrispondenza, manoscritti, libri, opuscoli e materiale iconografico (oltre 2.000 fascicoli in gran parte raccolti in 400 faldoni), l’Archivio storico dell’Ente Autonomo Volturno (EAV), documenta il complesso ventaglio di iniziative imprenditoriali messo in atto dall’Ente nel corso del Novecento. Nato come strumento per l’attuazione degli interventi previsti dalla legge speciale per il “Risorgimento economico” di Napoli del 1904, l’EAV si concentrò inizialmente, in linea con la sua missione statutaria, sulla costruzione di centrali idroelettriche, in particolare alle sorgenti del Volturno, e sulla distribuzione, a prezzi contenuti, dell’energia elettrica per la forza motrice: una missione, evidentemente anche politica, tesa a favorire, sulla scia delle teorie di Francesco Saverio Nitti, la crescita industriale della città. A partire dal primo dopoguerra, in seguito all’intensificarsi della concorrenza delle società elettriche private già operanti sul mercato (la Società generale di illuminazione, la Società generale napoletana per le imprese elettriche e soprattutto la Società meridionale di elettricità), l’Ente cominciò a diversificare il suo campo d’azione. Sarà il primo passo di un percorso che lo porterà ad abbandonare quasi completamente (nel 1962, al momento della nazionalizzazione), il settore dell’elettricità.
Fin dalla fine degli anni Trenta l’EAV considerò i trasporti come un settore assolutamente strategico. Gestì infatti, nel corso di quel decennio, l’azienda tranviaria del Comune di Napoli; acquisì e risistemò, in un periodo di forte impulso delle ferrovie complementari, la Ferrovia Cumana; costruì nell’immediato dopoguerra, attraverso la SEPSA di cui era proprietario dell’intero pacchetto azionario, la Ferrovia Circumflegrea. E in anni più recenti si pose all’avanguardia per studi sulla mobilità provinciale e regionale quali la Metropolitana collinare, oggi in avanzata fase di attuazione, l’Aeroporto internazionale di Grazzanise, destinato a diventare il principale scalo aeroportuale della regione, nonché l’idrovia Volturno-Regi Lagni. Ma si occupò pure di altre attività, anche lontane da quelle appena indicate: la realizzazione e la gestione degli orologi elettrici pubblici dell'”impianto dell’ora unica” a Napoli e degli impianti elettrici dei cimiteri cittadini; la vendita di elettrodomestici (Bazar della Quercia), per l’incremento dei consumi di elettricità sul territorio.
La storia dell’EAV è anche la storia di uomini che operarono nell’azienda a diversi livelli: valenti tecnici interni, come l’ingegner Giuseppe Domenico Cangia, primo direttore tecnico dell’Ente, e come l’architetto Frediano Frediani, ed esterni, come Carlo Cocchia; e dirigenti di grande spessore, tra cui figure di spicco dell’intellighenzia napoletana (basti ricordare Mario Palermo e Pasquale Schiano).
Oggi l’Ente, riconvertito, svolge il delicato ruolo di holding regionale dei trasporti pubblici su ferro (è proprietario di MetroCampania Nord-Est, Circumvesuviana e SEPSA), e costituisce un vero e proprio strumento operativo dell’Assessorato Regionale ai Trasporti della Campania.
L’Archivio storico dell’EAV – si è detto – documenta tutto questo. Al di là del suo intrinseco valore storico-documentario, esso risulta particolarmente prezioso anche perché non sottoposto (o sottoposto molto parzialmente) a precedenti azioni di riordino: una risistemazione per materia, di ispirazione biblioteconomica, avrebbe finito per distruggerne l’essenza, costituita fondamentalmente, come per ogni archivio, dall’ordine originario delle carte. La conservazione della struttura originaria consente dunque di definire l’insieme come archivio d’impresa anziché come archivio per la storia dell’impresa: una fonte di straordinario valore per la ricerca storica, ma anche una memoria preziosa a partire da cui l’Ente potrà meglio mettere a punto le sue scelte strategiche.
Tale documentazione, grazie soprattutto alla poliedrica attività dell’Ente, finisce per rimandare, peraltro, ad altri fondi posti in essere da enti collegati: all’Archivio storico della Circumvesuviana, ad una sezione della documentazione della SEPSA (una parte delle carte di quest’ultima sono già nell’Archivio EAV) e forse anche all’Archivio ATAN, materiale che l’EAV, in vista dell’istituzione dell’Archivio storico del Sistema dei trasporti campano, dovrà preoccuparsi di recuperare e valorizzare. Una parte consistente dell’archivio EAV, acquisita dall’ENEL in occasione della nazionalizzazione dell’energia elettrica, fa oggi parte dell’Archivio del compartimento ENEL di Napoli “G. Cenzato”.
In sintesi, l’Archivio storico dell’Ente Autonomo Volturno risulta costituito da 3 fondi:
1. Fondo Ente Autonomo Volturno (1904-1970), costituito da circa 300 faldoni e 550 registri, in gran parte relativo alla gestione dell’azienda elettrica; comprende, tra l’altro, materiale SEPSA e documentazione riguardante il Palazzo Giovene di Girasole, sede dell’Ente
2. Fondo Ente Autonomo Volturno – Gestione stralcio, costituito da quasi 80 faldoni e altrettanti registri, relativo alla gestione dell’azienda filotranviaria (anni Trenta) e a quella della pubblicità del Comune di Napoli
3. Fondo Cumana, relativo alla costruzione della Ferrovia Cumana (fine Ottocento – inizio Novecento), poi gestita dall’Ente. E’ costituito da circa 150-200 faldoni.
L’Archivio storico dell’EAV, di recente dichiarato dalla Soprintendenza archivistica per la Campania di notevole interesse storico, è stato riordinato e informatizzato, ed è consultabile su richiesta.