Per evitare l’affollamento dei mezzi di trasporto pubblico, le autorità sanitarie nazionali raccomandano l’uso, per quanto possibile, del lavoro agile e soprattutto “l’articolazione dell’orario di lavoro differenziato con ampie finestre di inizio e fine attività, al fine di prevenire picchi di aggregazione”.
Solo in questo modo si potrà consentire che la domanda di trasporto degli utenti sia compatibile con l’offerta di trasporto delle aziende che, per consentire il distanziamento sociale, vede ridotta la sua disponibilità di posti su bus e treni, in tutta Italia, al 25% del potenziale.
EAV cerca di dare il buon esempio e - con effetto dal giorno 11 Maggio - prevede l’accesso agli uffici del proprio personale amministrativo distinto in tre fasce orarie, a secondo del cognome, con elasticità di un’ora:
dalle 7,30 cognome da A a D
dalle 8,30 cognome da E a O
dalle 9,30 sino alle 10,30 cognome da P a Z
Se tutti gli uffici pubblici e privati ed i negozi facessero qualcosa di simile, differenziando l’orario di ingresso dei lavoratori in ampie fasce orarie, non avremmo il temuto e pericoloso effetto di affollamento nelle ore di punte di treni e bus.
Il lavoro agile, oggi svolto da quasi il 90 per cento del personale amministrativo in EAV, verrà portato intorno al 50%, assicurando sempre una presenza fisica non inferiore al 30%, e sempre compatibilmente alle esigenze di servizio.