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La Società Ferrovie Napoletane

Sebbene un piano di sviluppo territoriale stentasse a prendere corpo, nella provincia di Napoli iniziava però a strutturarsisebbene in maniera confusa ed occasionale – un vero e proprio sistema di trasporto “su rotaie”.

Dai Borbone era stata realizzata la prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici, inaugurata il 3 ottobre 1839. Dopo l’Unità d’Italia si cominciò a pensare ai collegamenti con la zona flegrea. Nel 1873 fu varato un primo servizio di omnibus, in quel tempo già collaudati in America e in molte città dell’Europa centrale come Vienna, Praga, Monaco e Pietroburgo.

Si trattava di carrozze che, trainate da cavalli, marciavano su rotaie incavate. Nella concessione erano previste 7 linee di collegamento extraurbano: una di queste, da San Ferdinando, Riviera di Chiaia e Mergellina, avrebbe dovuto raggiungere Fuorigrotta, ma vi furono difficoltà insormontabili per la costruzione di una nuova galleria di Posillipo, molto più a valle dell’antica “crypta”.

Seguirono anni di polemiche e di vertenze giudiziarie, risolte soltanto nel 1883 con un nuovo progetto della Satn (Società Tramways Napoletani), che fece partire subito una linea sperimentale Pozzuoli-Fuorigrotta, prolungata sino al terminale napoletano della Torretta, dopo la realizzazione del nuovo traforo di Posillipo, scavato sul prolungamento di via Piedigrotta.

Quasi contemporaneamente alle vicende della linea tramviaria, intanto, era stata decisa la costruzione della ferrovia Cumana, da Montesanto a Torregaveta, attraverso la fascia costiera flegrea. Protagonista fu la “Società Ferrovie Napoletane” che il 20 agosto del 1883, un mese appena dopo l’entrata in funzione della tramvia per Pozzuoli, si costituì ufficialmente e chiese la concessione per costruire e gestire una nuova linea ferroviaria, che dal cuore del centro storico di Napoli arrivasse alla periferia flegrea di Cuma.

Quel nome così immediato ed affascinante – Cumana – venne fuori da sé, non fu pensato da nessuno, si impose come un riconoscimento obbligato al mitico approdo dell’ultima stazione ferroviaria: la stazione della Sibilla, ma anche dei bagni, del sole, del mare, dell’incomparabile “bella stagione” che soltanto la costa e la terra flegrea sapevano offrire.

Nella concessione erano indicate clausole precise del Governo. Il termine dei lavori di costruzione, innanzitutto: entro 3 anni la società avrebbe dovuto terminare l’opera, naturalmente a sue spese. I lavori, anzi, dovevano essere effettuati “a rischio e pericolo” della SFN. Furono selezionati professionisti, tecnici e operatori specializzati, alle imprese appaltatrici fu raccomandato di procedere con la massima celerità possibile e fu addirittura redatto uno speciale regolamento interno a disciplina dei lavori.

Presto, però, i tre anni stabiliti nella concessione si rivelarono utopistici: le insidie presenti sul tracciato della nuova strada, il disaccordo sulla scelta dei materiali da impiegare per la volta delle gallerie, ed un tragico incidente mortale che costò la vita ad un giovanissimo operaio, allungarono i tempi previsti di ben quattro anni.

Soltanto il 1 luglio del 1889, quindi, ci fu la cerimonia inaugurale del primo, storico, tronco sperimentale della Cumana da Montesanto a Terme Patamia, con vetture trainate a vapore. Il 15 dicembre dello stesso anno la strada ferrata approdò alla stazione di Pozzuoli, mentre il 15 febbraio 1890 il percorso fu prolungato sino alla stazione Fusaro.

Il 12 luglio 1890 si completò l’intero tracciato della Cumana, da Montesanto a Torregaveta.

Undici le fermate: Montesanto, Corso Vittorio Emanuele, Fuorigrotta, Bagnoli, Manzella, Patamia, Pozzuoli, Baia, Cuma, Fusaro, Monte di Procida, e Torregaveta.

Il Governo si riservava il diritto di fissare il numero delle corse e gli orari. Ai tre viaggi ordinari al giorno, andata e ritorno, la società concessionaria poteva aggiungerne tuttavia qualche altro supplementare. Nel periodo estivo, in particolare, le corse dei turisti, villeggianti e vacanzieri furono sin dal primo momento intensificate, verso le spiagge caratteristiche di Arco Felice, Lucrino, Baia, Bacoli, Miseno, Miliscola, Torregaveta, Acquamorta, Fusaro.

 

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